Altra cosa che vorrei aggiungere : ottima discussione, al di là del sito multilingua.
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Pensiamo ad un blogger che vuole scrivere in inglese (per avere più visibilità possibile, monetizzare eventualmente il più possibile etc...) e rendere fruibili i contenuti anche in un'altra lingua, magari la propria (od una seconda a scelta), come opzione: la soluzione di scissione completa potrebbe risultare scomoda e pesante, addirittura eccessiva. Bada bene, non penso tu scriva cose inesatte Paolo, potresti ma non so, non ho mai sperimentato in merito... Sulla soluzione migliore SEO dovremmo esserci: facendo valere quanto più possibile i contenuti di una determinata lingua, valorizzandoli singolarmente, si otterrebbero i migliori risultati. Quindi la gestione di due domini separati è da tenere molto in considerazione. C'è da aggiungere però che gestire due domini separati sarebbe come gestire due progetti separati, due siti diversi, da indicizzare per bene e curare con fatica probabilmente doppia. Gli eventuali link di collegamento, poi, potrebbero essere gestiti manualmente, anche se a questo punto forse ne perderebbero l'utilità come tu dici. Quindi? C'è da considerare altro? Per chi non ha modo di organizzare un doppio (o addirittura triplo, quadruplo) progetto, si può trovare una soluzione maggiormente flessibile? Possiamo bilanciare discorso ottiminazione con discorso usabilità? O è da escludere a priori? Può esistere quindi il concetto di sito multilingua o è da bocciare a favore dei siti tutti mono-lingua? |
Guarda ti direi di fare una prova, fai il tuo sito in inglese, portalo avanti al meglio per qualche mese e poi vedi se è il caso di affrontare il discorso del multilingua o meno, devi anche vedere se il gioco vale la candela,
considera che affrontare un sito multilingua in modo professionale è molto più difficile di quello che sembra, la traduzione deve essere perfetta, deve avere senso, e l'ideale sarebbe che uscisse a non troppa distanza dalla versione in inglese, questo vuol dire un grande consumo di tempo e di risorse. Non voglio certo scoraggiarti con le mie parole ma assicurati di non fare il passo più lungo della gamba :-) Giovanni |
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Come ho scritto all'inizio del thread: Quote:
Per dirtela tutta Giovanni, la domanda per curiosità l'avevo fatta a Robin molto tempo fa. Se la sarà persa. :-P Un mese fa poi ho cercato di nuovo diversi pareri, ho chiesto molto in giro, ho parlato con gli autori di alcuni plugin, con alcuni blogger e ho posto nuovamente la mia curiosità a Robin perché lui sicuramente avrà scelto qualcosa di buono, ho pensato. Sul forum mi ero solo presentato ma non avevo mai partecipato realmente. Quale migliore occasione. Sono andato avanti per alimentare la discussione (oggi ero a casa e ne ho approfittato, non so quando mi ricapita di stare sul forum così) :D... e sentire altri pareri naturalmente. |
Ok, stiamo andando dove avevo immaginato dall'inizio.
Si evince dal tuo debutto che stai parlando di un blogger che scrive su wordpress e vuole fare più visite traducendo automaticamente in 100 altre lingue. Quello che tu pensi e progetti 1000 altri nella blogosfera hanno già pensato e alcuni fatto. Detto questo allora si comincia a dare un senso più chiaro alla discussione, una direzione ben precisa. Fuori contesto perché anche se parli di carciofi in inglese e poi parli degli stessi carciofi in italiano, per google sono argomenti diversi e i link tra loto sono da pagine totalmente non tematiche, fuorit contesto (prhase rank) e fuori lingua, per non parlare in alcuni casi di fuori encoding (charset) e collation. Dicevamo dall'inizio "dipende da cosa vuoi ottenere" e anche "come lo vuoi ottenere". Minimo sforzo -massimo risultato oppure cura dei particolari e dettagli. Se uno con un clic vuole tradurre all'interno delle steso blog e dominio 1000 pagine in altre 100 lingue generando 100.000 pagine nuove in automatico e magari avere qualche visita in più, può tranquillamente farlo. Impiega dieci minuti per istallare il plugin e qualche decimo di secondo per il clic. Ma, come dice Giovanni, le traduzioni automatiche generano il caos, per quanto stiano migliorando. Si parla di web semantico come prossimo salto del web, una evoluzione naturale ma che ritengo veramente dura. Capire il senso delle parole con triangolazioni o reti neurali, insiemi che incrociati descrivono la parola nel suo contesto. Sono scelte, per ora che uno può fare, quella sopra indicata, ma io di dare in pasto a visitatori pagine insensate, per avere delle visite in più (ma disperdendo, comunque, la spinta su pagine fatte bene!) non me la sento. Hai affermato che stare in directory non sia importante? Ti sbagli. anche se non indispensabile, ma ripeto in questo modo si finisce sempre nel distinguere tra ideale e pratico. L'ideale è che ci sia nelle directory. La parola compromesso è un qualcosa che condivido appieno ma ricorda che a volte per evitare il lavoro per fare cose fatte bene, in realtà, si lavora anche di più per cercare di rattoppare alcuni compromessi. :) |
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Non ho mai parlato di traduzioni automatiche. Se l'ho lasciato intendere in qualche modo (dimmi dove), sono disposto a correggermi. Non l'ho neanche previsto tra le soluzioni vagliate ad inizio. Aggiungo e specifico che i plugin (intesi sempre nelle soluzioni vagliate) servono solo per la gestione, non per la realizzazione vera e propria, traduzione dei contenuti (al massimo esiste la possibilità di pagare, caramente anche, dei traduttori professionali di volta in volta). Quote:
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Che poi nella possibile idea che ho segnalato è fattibile la cosa di starci nelle directory. Quote:
Partiamo sempre dal presupposto che un dettaglio dei più importanti per andare avanti sia creare ottimi contenuti, e non si creano ottimi contenuti con traduzioni automatiche (ancora no). La parola compromesso era da intendersi come rinunciare a delle caratteristiche della maniera migliore possibile per la SEO del sito (quella da te proposta) in favore di usabilità e facilità di gestione. Avendo in ogni caso degli ottimi risultati. Penso che la discussione abbia una direzione ben precisa dall'inizio, che non punta verso la soluzione da trovare per il mio sito ma verso la migliore soluzione per creare un blog multilingua, se questo è possibile, a meno che bisogna crearne necessariamente uno per lingua/dominio. La domanda è stata postata su questo forum non a caso: MNM potrebbe portare il suo esempio di realizzazione, o no Robin? Quote:
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Ok, chiedo scusa per la presunzione relativa alle traduzioni automatiche che, tra l'altro è una cosa che prima o poi voglio testare e che porprio qui abbiamo già affrontato l'estate scorsa.
Per concludere, la migliore soluzione per un blog multilingua quailtà/prezzo e utilità è senza dubbio il sottodominio per ogni lingua, mentre il dominio a se stante è meglio ma dispendiosa. Il fatto che master new media abbia optato per la direcory (mi sembra) non significa che quella sia la soluzione migliore. Poi, basta guardare un attimo i grandi. Google usa domini a sé stanti ask usa sottodomini yahho sottodomini youtube e bing una semplice url (mi sembra) ebay domini a sé stanti Ovviamente sono siti di un certo tipo, ma sempre siti. |
Però, Andrew, perché non ci indichi direttamente con un link quello che stai facendo o vuoi fare?
Altrimenti mi sembra di stare a giocare a poker... :D Cerchiamo di parlare di cose concrete e determinate per cercare di capire le soluzioni migliori e migliorare, altrimenti rimangono discorsi teorici seppur importanti e utili |
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In fondo, se scrivi in inglese, la lingua più utilizzata e letta (leggevo che oltre il 30% delle pagine su internet è in inglese), è in quel modo che vuoi "uscire fuori" a livello SEO. Potrebbe essere utile anche questa soluzione? |
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Da sempre LUI premia direttamente e indirettamente siti con tante pagine. La cartella per ogni lingua è anche una buona soluzione in questo senso. Il discorso delle directory fa riferimento anche agli aggregatori e directory di rss che potrebbero non accettare dei feed di siti organizzati in questo modo. |
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